Giovani giudici #3: Samuel John Adeleke

28 Settembre 2019

Terza puntata del nostro speciale dedicato ai giovani giudici dell’Emilia Romagna!

Dopo le interviste all’International Technical Offical (ITO) IAAF Luca Verrascina e alla giudice ausiliaria ferrarese Chiara Mascellani, parola oggi a un giovane giudice piacentino.

SAMUEL JOHN ADELEKE, 1997, GIUDICE PROVINCIALE DI PIACENZA
L’atletica mi è sempre piaciuta e, passando già tanto tempo al campo per allenarmi, era venuto spontaneo iniziare a dare una mano alla mia squadra, l’Atletica Piacenza.
Quando poi mi hanno proposto di frequentare il corso per diventare giudice, beh, mi è sembrato il naturale proseguimento di quello che già stavo facendo: un’ulteriore opportunità per rendermi utile, non soltanto alla mia società, ma anche a tutti i ragazzini che facevano atletica in provincia.

NON ERO L’UNICO
Ho iniziato nel 2018: prima come ausiliario e poi, grazie a Vincenzo Mandile (coordinatore regionale dei cronometristi) ho svolto anche qualche incarico da cronometrista.
Il bello è che al corso non ero l’unico ragazzo: c’erano anche i miei amici e compagni di allenamento Lorenzo Perazzoli e Leonardo Catelli e tutti e tre stiamo continuando.

GIUDICE E ATLETA
Gareggiando ancora, divido i miei weekend dando priorità alla vita d’atleta, però appena ho giornate libere dalle mie gare sono sempre disponibile per seguire le manifestazioni delle categorie giovanili. Ho perso il conto delle gare cui sono stato convocato quest’anno, sicuramente più di una quindicina! Ultimamente è arrivato anche il debutto internazionale agli Europei Master in Veneto.
Non volendo rinunciare a nessuna delle due attività – giudice e atleta – e avendo per di più iniziato l’università, bisogna essere bravi a organizzarsi ma, se ci si tiene, si riesce a fare tutto. Basta volerlo.

UN BELL’AMBIENTE
Dell’essere giudice di atletica mi piace soprattutto l’ambiente: il mio fratellino fa l’arbitro di calcio e vedo la differenza… Nel mondo dell’atletica siamo liberi di esprimere il nostro giudizio senza condizionamenti esterni e riusciamo a dare una mano al massimo delle nostre potenzialità, senza essere pressati o insultati dagli spalti. Da noi è come una grande famiglia, basti pensare che spesso, una volta finite le gare, ci fermiamo a mangiare tutti insieme.

FUORI DAGLI SCHEMI
La gara dove finora mi è piaciuto di più lavorare è stata la finale argento dei CDS a Imola; siamo rimasti lì entrambi i giorni, inevitabilmente si è presentato qualche intoppo ma abbiamo saputo come risolverlo: siamo usciti fuori dagli schemi ed è stato bellissimo!

IN UNA PAROLA?
Fare il giudice è piacevole: mi trasmette sensazioni piacevoli!
È un’attività alla portata di tutti… a patto di averne voglia e metterci impegno. Se hai voglia di darti da fare, dare il proprio contributo è sempre possibile.

Testo e foto: Francesca Grana



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