Giovani giudici #7: Alice Cattani

05 Novembre 2019

Torniamo a dare voce alle nostre ragazze che si mettono in gioco nel ruolo di giudice: oggi ci spostiamo a Parma

ALICE CATTANI, 2003, GIUDICE AUSILIARIO DI PARMA
Frequento un liceo scientifico a indirizzo sportivo e l’anno scorso vennero dei giudici a farci un corso a scuola. Non sembrava uno di quei soliti corsi noiosi che a volte sei obbligato a fare… era molto appassionante e così decisi di continuare!

TROPPA SCREMATURA
Della mia classe eravamo in 3 e in tutto al corso saremmo stati una cinquantina di ragazzi provenienti da 2 classi. A essere diventati giudici, però, siamo stati solo 3…
Sì, è vero che fare il giudice può essere impegnativo, ma in realtà è un’attività adatta a tutti. I giudici più esperti non mi hanno mai fatto sentire in difetto perché ero la più piccola, anzi ho imparato un sacco di regole e, soprattutto, il valore della collaborazione.

LE GARE PIÙ IMPORTANTI
Pur facendo atletica da qualche anno - sono una velocista del CUS Parma – la cosa buffa è che alle gare più importanti mi è capitato di parteciparci come giudice.
La scorsa primavera, per esempio, ho seguito il salto in alto al Memorial Pratizzoli, che dopo i Campionati italiani è la gara nazionale più importante per la categoria Cadetti.

È CAMBIATO QUALCOSA?
Purtroppo la mia stagione agonistica è stata falsata da un infortunio, ma nella mia organizzazione non avrei dovuto rinunciare a nulla per fare anche il giudice: basta sapersi organizzare.

IN UNA PAROLA?
Fare il giudice è un’esperienza unica che, a prescindere dal tuo livello come atleta, ti permette di trovarti a tu per tu con atleti di altissimo livello.



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