Giovani giudici #4: Alessandro Rosetti
14 Ottobre 2019Quarta puntata del nostro speciale dedicato ai giovani giudici dell'Emilia Romagna
ALESSANDRO ROSETTI, 2000, GIUDICE PROVINCIALE DI FORLÌ
L’atletica è entrata molto presto nella mia vita: avevo iniziato a praticarla già da Esordiente ma poi ho dovuto fare i conti col fatto che non fossi proprio un fenomeno e a 13 anni decisi di smettere. La passione però non se ne è mai andata e, quando mi hanno parlato del corso da giudice, non ci ho messo molto a farmi convincere!
AUSILIARIO VS PROVINCIALE
A Forlì però non erano previsti corsi scolastici per diventare giudice ausiliario, così mi sono messo in contatto col fiduciario di zona, Antonella Serreri, e mi sono iscritto al corso per diventare giudice provinciale a Cesena.
A lezione eravamo in 9, ma della mia età soltanto io. Erano tutti molto più grandi, l’unica un po’ più “vicina” era una ragazza di Cesena che aveva già fatto un corso scolastico.
La differenza tra ausiliario e provinciale sta nelle mansioni che ti è concesso esercitare: come ausiliario puoi dare una mano solo in attività come il recupero degli attrezzi o l’accompagnamento degli atleti in campo e fuori dal campo, mentre da provinciale puoi già svolgere le prime funzioni giudicanti.
FELICE IN PISTA
Ho iniziato a gennaio 2019 e, da allora, ho già superato le 20 gare!
Visto che di giovani giudici ce ne sono ancora troppo pochi, ho amicizie soprattutto fra gli atleti. Non penso che mi vedano in modo diverso da quando ho iniziato a fare il giudice… sono sempre io! Anzi, forse mi vedono meglio perché adesso in pista sono davvero felice di quello che faccio!
UN MODO PER NON ABBANDONARE L’ATLETICA
Diventare giudice è un ottimo modo per non abbandonare il mondo dell’atletica anche quando, per una ragione o per l’altra, si è deciso di smettere di fare gli atleti.
Poi mi piacciono i sistemi ordinati e il rispetto delle regole, quindi direi che questo incarico è proprio il mio!
Nel podio delle gare più belle che ho seguito finora metto i tre campionati italiani che si sono svolti nella nostra regione: sono partito con la finale argento dei CDS a Imola, poi la finale B del gruppo Adriatico dei CDS Allievi e poi il gran finale coi Campionati Italiani Cadetti di Forlì.
UN RUOLO ATTIVO
Anche se non ho ancora provato tutte le mansioni, preferisco i ruoli attivi, quelli in cui c’è da darsi da fare proprio fisicamente. Mi sento più un giudice da concorso, che da corse.
Quando mi assegnano alla caduta dei vari concorsi per me è il massimo, perché è un incarico che, a modo suo, prevede anche un po’ di attività fisica!
UNO SPETTACOLO
Fare il giudice è uno spettacolo! Sì, se dovessi descriverlo con una parola sola, sceglierei proprio spettacolo! Sono son partito bene e sono contento di quello che sto facendo. E non è poco…
ADATTO (QUASI) A TUTTI
È un’esperienza che consiglierei a tutti i miei coetanei… anzi, non proprio a tutti: solo a quelli che abbiano davvero voglia di fare.
Ne ho visti tanti che hanno fatto il corso ma poi nessuna gara. Essendo volontariato, va fatta una scelta precisa: se non ti dai fare, non servi a nulla.
Testo e foto: Francesca Grana
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