Bergen. Oro Bertelli, bronzo Bruno
21 Luglio 2025Chiusa la rassegna continentale u23, il Piemonte porta a casa l'oro nel salto con l'asta del torinese Simone Bertelli, già campione europeo u20 nel 2023, e il bronzo del novarese Federico Bruno nel triplo.
Bilancio più che positivo per i piemontesi impegnati agli Europei U23 a Bergen, che racconta anche di una medaglia d’oro e una di bronzo conquistate, cui poi si aggiungono fior di primati personali e stagionali. Erano 13 gli atleti della nostra regione partiti per la Norvegia: Simone Bertelli (Fiamme Gialle), Federico Bruno (Athletic Club 96 Alperia), Filippo Iacocca (Vittorio Alfieri Asti), Francesco Mazza (Atl. Casone Noceto), Gabriele Angiono (Battaglio CUS Torino), Lorenzo Mellano (Atl. Fossano '75) al maschile; Clarissa Vianelli e Gaya Bertello (Novatl. Chieri), Ludovica Cavo (Atl. Serravallese), Rachele Torchio (Atl. Mondovì-Acqua S.Bernardo), Giulia Ingenito (Sisport), Martina Canazza (Bracco Atletica), Great Nnachi (Carabinieri) al femminile.
Nell’asta decolla Simone Bertelli (Fiamme Gialle), al secondo titolo continentale dopo aver conquistato quello U20 nel 2023 a Gerusalemme. Il match point a 5,70 con il terzo e ultimo tentativo, quando era sicuro almeno dell’argento e tutti gli avversari avevano già sbagliato: il francese Tristan Despres, fino a quel momento in testa, il lettone Valters Kreiss e l’altro transalpino Anthony Ammirati. Poi tre prove abbozzate al 5,76 della migliore prestazione italiana di categoria, prima di godersi l’abbraccio dei compagni di squadra. La sua finale inizia a 5,30 e come in qualificazione oltrepassa la quota con facilità. Arriva un nullo a 5,45, poi il torinese piazza un salto riuscito alla seconda. Si sale a 5,60 con cinque atleti in gara: Bertelli va subito a segno, è secondo in classifica dietro a Despres che non ha errori alle misure precedenti. Ma tutto si ribalta a 5,70 superato con margine, sette centimetri in più del personale dell’anno scorso e otto rispetto allo stagionale, a ribadire le straordinarie capacità agonistiche dell’atleta allenato da Riccardo Frati, in grado di tirare fuori il meglio nell’occasione più importante. “È una sensazione indescrivibile, in volo a 5,70 ero gasatissimo - racconta Bertelli - e ho urlato di gioia! Dopo una stagione per me un po’ difficile, questa misura tardava ma ho avuto fiducia ed eccola nella gara principale dell’anno. L’errore a 5,45 è stato una svista per il vento contrario, a 5,60 mi sono sentito facile, dovevo farlo al primo tentativo per la medaglia, poi la ciliegina che ha coronato tutto. Ce l’ho fatta grazie al tifo dei compagni di squadra e anche degli avversari in pedana, all’ultimo salto ero sfinito e sono venuti a supportarmi. Dietro questa vittoria c’è tanto lavoro, tanti spostamenti per l’indisponibilità dell’impianto di Torino, tante litigate con il mio tecnico perché in una relazione c’è anche quello: l’obiettivo era una medaglia, è arrivato l’oro”.
Splende anche il bronzo di Federico Bruno (Athletic Club 96 Alperia) atterrato a 16,47 ventoso (+2.3) nel primo salto, a un solo centimetro dall’argento del bulgaro Lachezar Valchev (16,48/+1.8) e a sette dallo spagnolo d’oro Pablo Delgado (16,55/+0.8). Una medaglia afferrata con tenacia dal novarese, rimasto al comando per due turni e sempre in zona podio durante la gara, al rientro dagli Stati Uniti dove ha studiato per un anno.
“Bellissimo! In gara quasi mi scendevano le lacrime per l’emozione”, racconta Federico Bruno. “Dovevo fare tutto al primo o al secondo salto, perché le energie erano poche: da cinque mesi mi alleno da solo, dopo aver interrotto il rapporto con il coach che in Usa mi ha seguito fino alla stagione indoor. Mancava pochissimo per l’argento, poco per l’oro e da domani mi dispiacerà, però sono venuto qui per portarmi a casa una medaglia e in qualche modo l’ho tirata fuori. Ringrazio Marta Pirola e Stefano Gallesi, i miei primi tecnici a Novara, che mi hanno dato una mano nell’ultimo mese e anche qui, oltre al mio ex allenatore Renato Conte. Sono stato sul punto di smettere, ma ho voluto farcela”.
Decisamente positivo il campionato europeo di Clarissa Vianelli che sui 400 è la migliore delle azzurre conquistando la semifinale e abbassando il proprio personale a 53.10 per un bel salto di qualità rispetto al 53.61 della rassegna tricolore. In semifinale poi il giorno dopo ferma il cronometro in 53.68 che non le consente di accedere alla finale.
Ma la portacolori della Novatl. Chieri può poi ancora sorridere per il risultato della staffetta 4x400 metri che, insieme a Zoe Tessarolo, Camilla Rossi e Alessia Seramondi mette a segno in batteria la migliore prestazione italiana di categoria in 3:31.73: superato il limite nazionale under 23 che risaliva al 2009 (Eleonora Sirtoli, Elena Bonfanti, Chiara Varisco, Marta Milani in 3:32.92 a Kaunas). In finale poi il quartetto azzurro, invariato nella composizione, chiude ottavo (3:32.84).
Bilancio positivo anche per Gaya Bertello che sui 100 metri arriva sino alla finale. La sua miglior performance la ottiene però in semifinale quando fila via sul rettilineo di Bergen in 11.44 e il crono assume ancora più valore se si considera il vento di -1.8. Che gioia per la piemontese, a un centesimo dal personale di 11.43 ma in quel caso con +1.6 un mese fa ai Societari di Brescia, nella stagione del salto di qualità dopo aver rischiato di smettere per un serio infortunio al ginocchio. 11.62 (-0.9) in batteria e 11.82 (-1.3) in finale, crono che le vale l’ottavo posto. Esce invece in batteria Rachele Torchio con 11.75 (-1.0). Le due piemontesi sono poi impegnate nella 4x100 insieme a Chiara Goffi e Amanda Obijiaku ma il quartetto azzurro viene eliminato in batteria con 44.64.
Si comporta bene anche Ludovica Cavo sui 400hs dove conquista la semifinale correndo in batteria in 57.74, non lontana dal proprio limite di 57.47 stabilito quest’anno. L’alessandrina cresce ancora in semifinale migliorando il proprio personale e portandolo a 57.06 che però non basta per passare al turno decisivo.
Out invece Giulia Ingenito che finisce sesta nella sua gara in un comunque onorevole 59.56 dopo il guaio tendineo accusato prima della rassegna tricolore.
Non è il personale, ma poco ci manca per Filippo Iacocca nella qualificazione del martello. L’azzurro spreca il primo lancio (60,72), comincia a carburare nel secondo (65,05) e poi con il 67,70 del terzo tentativo arriva a circa mezzo metro dal suo primato di 68,26 ottenuto in una gara non inserita nel Global Calendar: è settimo nel gruppo A e dopo una lunga attesa si piazza quattordicesimo, ad appena ventidue centimetri dalla finale.
Lorenzo Mellano chiude invece il suo decathlon al ventesimo posto con 6980 punti. Bene sui 400 in 47.44, crono che gli vale il terzo posto nella specialità; nono sui 100 metri in 11.02 (-1.6). Completano i suoi risultati 7,01 nel lungo; 9,94 nel peso; 1,91 nell’alto; 14.77 sui 110hs; 29,04 nel disco; 4,20 nell’asta; 42,48 nel disco; 4:38.20 sui 1500.
Va a segno nei 3000 siepi Francesco Mazza in batteria realizzando il proprio personale in 8:41.72 e migliorandosi così di dodici secondi. In finale poi è quindicesimo in 9:01.56, dopo essersi migliorato nella batteria di sabato.
Ci voleva 4,15 per entrare nella finale dell’asta, una misura alla portata di Great Nnachi che però sbaglia tre volte dopo aver superato 3,85 alla prima e 4,00 alla seconda prova. L’azzurra, non al massimo della condizione per il recente fastidio muscolare, è sedicesima in classifica nel turno di qualificazione.
Anche Martina Canazza non va oltre il primo turno sugli 800 metri, settima nella sua ‘run’ con 2:06.96, circa due secondi più lenta del suo primato personale (e stagionale) di 2:04.83. Nella stessa gara, al maschile, stop al primo turno anche per Gabriele Angiono che viene squalificato per invasione di corsia.
START LIST E RISULTATI - FOTOGALLERY (di Francesca Grana/FIDAL) - GLI ORARI DEGLI AZZURRI - LA PAGINA EA DELLA MANIFESTAZIONE
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